Quanto disorientamento ha prodotto l’emergenza sanitaria in questi due anni d’incertezza in ogni ambito della società? E quante sono le circostanze, nella vita di un uomo o di una donna, in cui sembra di poter “perdere la bussola”? Ma, anche quando la nebbia è così fitta da impedire di vedere persino dove si mettono i piedi, è impossibile perdere la bussola, il cervello del viaggio. Ne danno prova nella loro esperienza imprenditori come Paolo Moscatti, il cui libro, La mia bussola.
L’amicizia, la famiglia, l’impresa, appena pubblicato dalla casa editrice Spirali, sarà occasione del dibattito che si terrà
sabato 20 novembre, al Ridotto del Teatro Comunale Pavarotti di Modena, alle 20.30.
Con ironia e umorismo, l’Autore narra aneddoti che disegnano il ritratto dell’industria modenese e, per certi versi, italiana degli ultimi sessant’anni e le avventure in cui si è trovato coinvolto, sempre seguendo la sua bussola, proprio come un capitano che, prima d’imbarcarsi, deve stabilire la rotta e fare ipotesi di direzione, preparandosi ad affrontare le insidie della navigazione in mare aperto. Nel libro leggiamo la storia di un’azienda fondata da Paolo Moscatti e dal suo socio, Alberto Montagnani, due giovani talenti con tanta ambizione, ma pochissimi soldi in banca, che nel 1990 aprirono un
piccolo laboratorio di analisi dei materiali, in un appartamento a ridosso del centro storico di Modena.