N. Klein, UNA RIVOLUZIONE CI SALVERA’, Bur, Milano, 2015
La nota autrice progressista mostra come il capitalismo sia all’origine dei problemi ambientali, e per questo deve essere superato con una rivoluzione economica e culturale. Naomi Klein scrive molto bene e ha il merito di aver vissuto in prima persona molte della cose che dice: in questo senso la parte finale è secondo me la più bella, perché collega la lotta ambientale al tema della ri-generazione, avendo lei generato un figlio “naturale” dopo molti tentativi di fecondazione assistita inefficaci. Il punto debole dell’argomentazione però è a mio modesto parare veramente “debole”: se per ipotesi il capitalismo non causasse problemi ambientali, perché mail la Klein lo dovrebbe attaccare? In altri termini, se un domani l’attuale sistema tecnico-economico dovesse trovare una soluzione al problema ambientale grazie a un’energia infinita e non inquinante, perché mai lo dovremmo abbandonare? Per dire che il motivo di questa lotta, se la si vuole davvero fare, non può essere il clima, ma la stessa struttura del sistema tecnico, che a mio avviso va oltre il capitalismo e anzi lo usa solo perché gli è funzionale.
Baricco Alessandro, THE GAME, Einaudi, Torino 2018
Questo testo non è un’opera narrativa, ma un vero e proprio studio dedicato all’evoluzione della comunicazione, in cui Baricco mostra di essere capace di penetrare in maniera non banale le tematiche del web, dei big data, dei social e via dicendo. Grazie alla sua capacità di scrittura il volume è di godibilissima lettura, tanto che alle volte si rischia di “perdere” il contenuto profondo di una osservazione perché si tende a essere trascinati nelle righe seguenti. Il titolo rimanda al concetto chiave del testo: per l’autore tutto cambia da quando, con il gioco Space Invaders, si passa dal paradigma del biliardino (oggetto monolitica in cui più giocatori potevano fare una sola cosa, ovvero calciare la pallina coi giocatori sulle aste) alla struttura uomo-tastiera-schermo (che permane identica fino agli attuali smartphone), in cui lo schermo diviene teatro di scenari-gioco potenzialmente infiniti per un unico soggetto. La conclusione forse non è all’altezza del testo, poiché suggerisce che in fondo le attuali modalità comunicative non sono che una sofisticata evoluzione dei media comunicativi tradizionali (scrittura, stampa, teatro ecc…).